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Origini
Il segugio maremmano ha origini non troppo precise, la sua comparsa risale, come i più sanno, in un periodo che va dal 1870 al 1920.
Di questo valido segugio conosciamo solamente come e dove si è evoluto e diffuso, a seconda dell’identità di chi le racconta. Comunque sia, e almeno stando ai racconti dei vecchi cacciatori, il segugio maremmano sembra aver avuto origine propio nella nostra terra di Piloni, in quel triangolo di toscana idealmente formato dai comuni di Roccastrada e di Civitella Paganico posti in provincia di Grosseto e dal comune di Monticiano ubicato, invece, nel senese. Un dato di fatto, nella storia recente del segugio maremmano, è tuttavia costituito dal tentativo effettuato dalla famiglia Conti Gironi che, nel periodo precedente la seconda guerra mondiale, forte dell’aiuto di Giuseppe Solaro già presidente dell’ ENCI, cercò di adoperarsi al fine di riuscire ad ottenerne il riconoscimento ufficiale di questi cani da parte della FCI. Quel primo tentativo non ebbe successo, soprattutto a causa dello scoppio della guerra. Ma nel dopoguerra il segugio maremmano, che aveva rischiato di estinguersi, incomincio ad irradiarsi in misura sempre maggiore anche al di fuori della toscana; cosa questa che determinò nel soggetto originario alcuni piccoli cambiamenti. Oggi, grazie all’impegno esercitato dai responsabili della Prosegugio, il segugio maremmano ha finalmente ottenuto dall’ ENCI il giusto riconoscimento. Riconoscimento celebrato con un apposita cerimonia sabato 18 ottobre 2003 in quel di Capalbio, in provincia di Grosseto, culla storica di questo validissimo e tipicissimo cane da seguita nostrano.
Morfologia
La testa del segugio maremmano, nel suo insieme, si presenta imponente, di impostazione brachicefala e mai pesante. Il cranio, asciutto e ben cesellato, deve essere ovaleggiante nella sua parte superiore. Il muso deve presentare gli assi laterali convergenti, in misura da determinare una leggera quadratura del muso che nel suo insieme appare assottigliato. Le mascelle, robuste e di forma tronco-
Il mantello si presenta nei colori: fulvo (dal carico allo slavato), nero focato e tigrato.
In entrambi i colori può esserci la presenza di bianco, collocato nelle giuste sedi: sui quattro arti (piede e regione carpiana e tarsiana), sul collo, stella sul petto, lista sulla fronte e sulla punta della coda. La tessitura del pelo si presente in due varietà; raso e forte. In quello raso la tessitura è vitrea, denso e distribuito uniformemente su tutto il corpo, difese non presenti o appena accennate, spesso può riscontrarsi sottopelo come alcuni peli ruvidi, collocati sul muso e sugli arti, da 1 a 1,5 cm. Nella varietà a pelo forte la sua lunghezza va dai 3 ai 4 cm.
E' un cane di taglia media; i maschi variano tra i 44 e i 52cm al garrese mentre le femmine variano fra i 42 e i 50cm. il peso varia tra i 13 e i 23 kg. il suo colore può essere nero-
Il segugio maremmano si presenta come un cane semplice, dall’aspetto gradevolmente rustico, dai movimenti rapidi e dall’espressione attenta ed intelligente. Dotato di grande passione per la caccia ed in possesso di un temperamento forte, è uno specialista della caccia al cinghiale per la quale è stato selezionato.
A caccia, ha affinato le sue doti e per citarne alcune, le più classiche, la cerca, l’accostamento, l’abbaio a fermo, la seguita, cacciando in un contesto boschivo per lo più costituito da macchia mediterranea, fitta e impenetrabile, habitat preferito dal cinghiale, congeniale per all’estrarsi, partorire, difendersi.
Il folto del bosco ha affinato la dote dell’abbaio a fermo, il cane è obbligato a lavorare di fiuto e di riflesso, in presenza ravvicinata del cinghiale emette voce, consapevole della presenza e quanto più il cinghiale, protetto del fitto, è sicuro di se stesso sta in guardia aspettando il momento propizio per colpire, tanto più il Maremmano abbaia con buon tono di voce e nei soggetti in cui questa dote è ben fissata si possono notare raddoppi che si alternano ai toni normali, è questa la sua qualità di spicco.
Oltre ad essere molto portato nell’abbaio a fermo, è molto veloce nella seguita che effettua a testa portata quasi eretta in maniera da sfruttare l’usta alta, inoltre, nella stragrande maggioranza, ha un buon rientro.
Concludendo...UN GRANDE CANE per la caccia al cinghiale!