SQUADRA 75 PILONI

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La Braccata

La Caccia


Come si svolge:


LA BRACCATA O CACCIARELLA è la tecnica che utilizziamo noi.

Sono quelle che tutti noi chiamiamo battute, cioè quell’azione combinata di uomini e cani che portano allo scovo del cinghiale ed al suo successivo abbattimento (padelle permettendo).

Poche ore prima della battuta, tre o quattro cacciatori, i più esperti della squadra, i cosìdetti "traccini", delimitano la zona della battuta seguendo le tracce fresche del cinghiale. E' bene che tale operazione venga effettuata dopo un periodo di pioggia perché le tracce sono più evidenti; se la terra non è bagnata i traccini escono con un cane al guinzaglio, il quale con le sue doti olfattive, delimita la zona ove si è "allestrato" il cinghiale.
Quando tutti i componenti della squadra si sono radunati, i capocaccia decidono dove stabilire gli appostamenti e dove sciogliere i cani. Le "poste" sono stabilite a distanza di 50 / 60 metri l'una dall'altra, in maniera visibile; dalla parte opposta si dispongono i canai e dall'altra i braccali o battitori, in modo da delimitare una vasta zona. Quando tutti sono ai loro posti, il capocaccia da l'ok e la battuta ha inizio.

I canettieri sciolgono i cani e li aizzano ad individuare la preda, poi, a loro volta, si avviano in direzione delle poste. Quando il cane ha reperito la "passata", abbaia fino a che non giunge alla lestra. Trovato il cinghiale, il capomuta abbaia a fermo. (I cani abbaino in canizza quando seguono l'animale; abbaiano a fermo quando l'animale rimane nella propria lestra, oppure quando si ferma durante la battuta; in questo caso, spesso, il cinghiale attacca i cani.)

Se i cani abbaiano in canizza, significa che il selvatico sta fuggendo verso le poste, e in tal caso è più facile che venga ucciso, o verso i "braccali" che hanno il compito di "parare" l'animale con rumori assordanti in modo da respingerlo verso le "poste".

Certe volte i cinghiali più vecchi sono talmente astuti che anziché andare verso le poste, ove è silenzio, si avventano contro e rompono l'accerchiamento dei cani, dei canai e dei braccali, forse quasi come se sapessero che dalla parte opposta li aspetta una brutta fine.
Se un cacciatore delle "poste" lo "padella" (sbaglia la mira), l'animale esce dall' accerchiamento e i cani, in rapida corsa, lo inseguono e, quindi, i battitori rimangono in silenzio in attesa che i cani riescano a ricondurre il cinghiale dentro la battuta, o stanchi, ne abbandonino l'inseguimento.
Di conseguenza quando un cinghiale viene "padellato" la cacciata perde di mordente e tutti restano fermi ai propri posti in attesa del rientro dei cani.

Quando il cinghiale è colpito, il cacciatore che ha sparato e steso l'animale, grida "Viva Maria", grido convenzionale per comunicare a tutto il gruppo l'avvenuta uccisione della preda sia per ringraziare la Madonna per la buona sorte. Quando il capocaccia ritiene che dentro la battuta non ci sono più animale, da il segnale di fine caccia.

Per tradizione il cinghiale viene diviso tra tutti i partecipanti alla batttuta in modo che ognuno possa essere contento della giornata di caccia. Un tempo, la parte piu' pregiata, il coscio, veniva assegnata a colui che aveva ucciso il cinghiale, la testa ai traccini, o ai canai, il resto era diviso in parti uguali fra i cacciatori. I testicoli sono sempre stati un boccone prelibato e venivano presi da colui che arrivava per primo sulla preda, normalmente l'uccisore.

Da ricordare è una vecchia tradizione che voleva il "battesimo di sangue" per colui che la prima volta uccideva il cinghiale: era una specie di iniziazione; con il sangue della preda il capocaccia imbrattava il viso del cacciatore. Tradizione tutt'ora rispettata.



e sono le ore :
Oggi è
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