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Morfologia

Il Re della Macchia

Il cinghiale (Sus scrofa Linnaeus, 1758) è un mammifero artiodattilo della famiglia dei Suidi.

Da sempre considerato al contempo una preda ambita per la sua carne ed un fiero avversario per la sua tenacia in combattimento, in virtù di questo strettissimo legame con l'uomo il cinghiale appare assai frequentemente, e spesso con ruoli da protagonista, nella mitologia di moltissimi popoli, e solo nel corso del secolo passato ha cessato di essere una fonte di cibo di primaria importanza per l'uomo, soppiantato in questo dal suo discendente domestico, il maiale.
Originario dell'Eurasia e del Nordafrica, nel corso dei millenni il cinghiale è stato a più riprese decimato e reintrodotto in ampie porzioni del proprio areale ed anche in nuovi ambienti, dove si è peraltro radicato talmente bene, grazie alle sue straordinarie doti di resistenza ed adattabilità, che al giorno d'oggi viene considerato una delle specie di mammiferi a più ampia diffusione e risulta assai arduo tracciarne un profilo tassonomico preciso, in quanto le varie popolazioni, originariamente pure, hanno subito nel tempo l'apporto di esemplari alloctoni o di maiali rinselvatichiti.
Il cinghiale è un ungulato di aspetto robusto, con gli arti corti (negli individui adulti la distanza del ventre dal suolo è circa un terzo dell‘altezza) ed il corpo allungato; La massa corporea è decisamente spostata sull‘avantreno, la testa è grande ed occupa più di un terzo della lunghezza del corpo; gli occhi sono infossati, piccoli e situati nella parte posteriore della testa. I quarti anteriori e la testa (a cuneo) sono conformati in modo tale da agevolare gli spostamenti anche in presenza di vegetazione molto fitta e intricata, mentre il disco nasale mobile e resistente (grifo) e gli incisivi inferiori a scalpello agevolano l‘attività di scafo (grufolate). La coda è lunga, diritta, coperta di peli fin dalla base e termina con un ciuffo di peli più ampio (fiocco). La pelle è ispessita soprattutto sul collo e sulle spalle (dove può raggiungere anche i 3 cm di spessore), in modo da consentire l‘ingresso in zone a vegetazione cespugliosa e/o spinosa ed a rappresentare uno scudo protettivo nei combattimenti. La pelle ricopre un tessuto adiposo, particolarmente consistente e più sviluppato sui lati del tronco e sulle spalle, che costituisce una riserva energetica una protezione contro le asperità della vegetazione ed i rigori del clima; quest‘ultima funzione appare particolarmente importante, visto che la pelliccia del cinghiale è caratterizzata da una presenza ridotta di borra con conseguente limitata capacità di isolamento termico.Il pelame del mantello è costituito dalla borra (sottopelo) e dalla giarra (setole); raramente di colore uniforme. La colorazione, che varia con l‘aumentare dell‘età, presenta diverse tonalità e sfumature che vanno dal rosso-giallastro dell‘età giovanile, al grigio più o meno scuro degli adulti. La distinzione cromatica fra mantello estivo ed invernale è data solo da una tonalità più scura, quasi nera, di quello invernale (dovuta prevalentemente alla presenza di una maggiore quantità di pelo). Il mantello dei giovani, nei primi mesi di vita, si presenta tipicamente striato a bande longitudinali di colore giallo-bruno; dal 4°/5° mese le strie lasciano gradualmente il posto ad un mantello uniformemente rossastro che da circa un anno di vita inizierà ad essere rimpiazzato dal manto grigio-nerastro tipico degli adulti. La muta del mantello viene effettuata di norma prima dagli individui giovani, seguono poi i sub-adulti e gli adulti per terminare con gli animali più vecchi o defedati e con le femmine accompagnate dalla prole. La muta dal mantello invernale a quello estivo è molto vistosa: la sostituzione del pelo inizia da spalle e cosce, poi si estende sul dorso e a tutto il corpo; il pelo invernale si stacca in grandi ciuffi lasciando temporanee chiazze chiare di pelle nuda, mentre la muta invernale è più graduale. Le dimensioni del cinghiale sono molto variabili e dipendono principalmente dalle origini della popolazione e/o dal grado di ibridazione con il maiale. Il peso alla nascita è di circa 700 grammi; l‘accrescimento corporeo è relativamente rapido (90 – 100 grammi al giorno nel primo anno) e raggiunge i 20-40 kg alla fine del primo anno di vita; successivamente l‘accrescimento diventa più irregolare e soggettivo, più lento nelle femmine, ed il peso aumenta di circa 10-15 kg. ogni anno. Il massimo sviluppo ponderale viene raggiunto dopo i 6 anni.

Denominazione delle classi sociali :

STRIATI


La classe 0 (striati) sono i cuccioli dalla nascita ad un anno di vita (per convenzione si definiscono striati anche se a 4/5 mesi perdono le strie). Il peso alla nascita è di circa 700 grammi; presentano sul muso una sorta di "anello" di peli più scuri che va dal grugno fino alla fine della rima labiale. Dal 2° 3° mese le strie iniziano a ridursi, il colore del mantello tende a diventare più uniforme e scompare progressivamente l‘anello scuro del muso. Oltre il 6° mese le strie sono scomparse ed i piccoli assumono un colore rosso giallastro. Durante gli spostamenti seguono in fila indiana la madre o si muovono all‘interno di un "cerchio" creato dalle femmine adulte; al pascolo si allargano a raggiera, mantenendo le distanze dagli adulti del gruppo; sono molto vivaci e poco sospettosi.

ROSSI

La classe I (rossi) comprende animali dal 1° al 2° anno di vita; all‘inizio hanno il mantello uniformemente rossastro (acquisito in vero già a 5-6 mesi) che gradatamente tende a diventare sempre più scuro (col progredire dell‘età) fino ad essere praticamente già nerastro alla fine del secondo anno di vita. La testa è proporzionalmente più corta di quella degli adulti, ed è più stretta all‘estremità; il peso va da 20 a circa 40 kg; nei maschi i canini non sporgono ancora dalla rima labiale mentre la criniera, benché ancora corta, e già visibile anche se non è mai portata eretta come nei maschi più anziani. Generalmente, durante i censimenti, non viene distinto il sesso nei rossi, proprio perché di difficile determinazione a distanza nell‘osservazione diretta, praticamente impossibile da determinare nella conta delle tracce.

ADULTI

Gli adulti (classe II) sono gli animali che hanno più di 2 anni e presentano, in modo più o meno accentuato in relazione all‘età, tutte le caratteristiche degli individui maturi: muso più allungato, testa massiccia, sbilanciamento del peso sui quarti anteriori, mantello prevalentemente bruno più o meno scuro, ecc. Al compimento del secondo anno, il mantello può avere ancora delle tonalità rossastre mentre in età avanzata aumenta la quantità di pelame grigio.

Impostazione dei piani di prelievo:

Per la formulazione dei piani annuali di prelievo è indispensabile valutare attentamente i risultati delle stime quantitative delle diverse popolazioni, considerando sia l‘entità sia la struttura della popolazione. Dato l‘incremento utile annuo elevato caratteristico della specie, è considerato accettabile per gli adulti un prelievo massimo pari al 50% della loro consistenza, mantenendo costante un rapporto sessi paritario; per gli animali appartenenti alle classi giovanili viene generalmente suggerito un prelievo dell‘80% in modo da evitare un ringiovanimento eccessivo della popolazione che invece sembra essere una caratteristica della maggior parte delle attuali popolazioni italiane, come conseguenza del tipo di gestione venatoria cui vengono sottoposte.

Tratto da: Tosi G., S. Toso, 1992. Indicazioni generali per la gestione degli ungulati. Istituto Nazionale di Biologia della Selvaggina,
Documenti tecnici, 11.

In estrema sintesi il prelievo deve essere il più possibile equilibrato nelle classi di sesso (meglio se paritario) ed invece squilibrato nelle classi di età (prelevare circa il 60% e oltre del piano dalla classe giovanile) per evitare un eccessivo e pericoloso ringiovanimento della popolazione. L‘entità complessiva del prelievo può essere individuata fra il 55 ed il 65% della popolazione.


Tratto da * Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica; ** ST.E.R.N.A.;  

DENTATURA


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